• 31
  • Lug
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Cybercondria e il pericolo dell’autodiagnosi sul web

E’ sempre più alto e preoccupante il numero di persone che abbandonano i tradizionali consigli degli specialisti e si affidano alle ricerche sul web per cercare di risolvere i propri problemi di salute.
Da un’indagine condotta in dieci Paesi dal network PriceWaterhouseCoopers è emerso che più della metà dei pazienti (il 59%), ricorre, per informazioni su malattie, cure, trattamenti alle applicazioni web e smartphone, in alternativa alla tradizionale visita del medico.
Ed inoltre, il 43 % dei pazienti si rivolge ai nuovi media per contattare direttamente specialisti e istituzioni sanitarie.
Soltanto il 49% ricorre al consiglio del medico di fiducia che sembra stia perdendo terreno come consulente propositivo e partecipe.
Per definire questo fenomeno è stato addirittura coniato un neologismo. Si parla infatti di Cybercondria per riferirsi alle infondate preoccupazioni di un paziente, derivanti da ricerche su internet, verso sintomatologie comuni.
La maggior parte dei medici consiglia di non affidarsi mai a internet per questioni cliniche, a meno di conoscere già la diagnosi esatta per il loro disturbo.
Questo perché la probabilità di farsi un’idea sbagliata sulle proprie condizioni di salute, con tutte le possibili conseguenze, è significativamente alta.
Inoltre l’assunzione di farmaci “fai da te” potrebbe essere pericolosissima: può capitare che il paziente sia inconsapevolmente allergico ad un determinato principio attivo o che la situazione clinica pregressa lo renda completamente controindicato.
La scelta migliore resta dunque quella di affidarsi, per ogni consulto, dubbio o incertezza al proprio medico curante!